Restauro orologio campanile

La documentazione del restauro dell’orologio della torre campanaria

Narra l'archivio storico che nel 1570 la comunità manda a chiedere soldi alla Signoria di Firenze per installare un orologio pubblico sul campanile.

Andrea del Caccia agente dei Gaddi
Mandar a’ chieder Sum.a di D(ucati) xxx per l’oriuolo
Item servatis servandis ottenuto il partito come di consueto deliberorno et deliberando volsono che si mandi a domandare licenza a detti Magistrati signori Nove di spender xxx scudi in metter l’oriuolo sul campanile del comune et per servitio di acconciare il detto campanile che minaccia ruina anzi rovini che saria gran danno e maggior spesa (…)
A dì detto si scrisse come di sopra portò il detto.

Evidentemente la richiesta va a buon fine, perché nel 1571 l'orologio risulta effettivamente installato. La macchina originale viene realizzata da Pietro Guerrini, orologiaio in Pistoia.
Nella parete interna del secondo piano del campanile è ancora ben visibile il quadrante originale che si utilizzava per la rimessa all'ora, non potendo ai tempi usare il cellulare per chiamare qualcuno fuori per chiedergli in che punto era la lancetta…

Sopra il quadrante si riesce parzialmente a leggere un motto scritto e firmato dallo stesso Guerrini:

1. SON TUTTO FERRO E PURE HO SPIRTO E MOTO
2. C...O SEMPRE E MAI MHOVO IL SETO
3. TUTTO E SEMPRE [P]...UENTRE HO
4. PETRUS FABRIUS
5. ...
6. ...

Una parte è stata rovinata dai lavori successivi.

Da questo quadrante interno, usato poi indebitamente nel recente restauro del campanile (anni 2000) per riprodurre i quadranti esterni andati persi risultava essere un orologio a 6 ore, ovvero che compiva 4 giri al giorno: questo sistema di computo dell’ora rendeva più semplice contare i suoni della campana.
L'orologio originale è andato perso, probabilmente rilevato come rottame dal nuovo orologiaio a titolo di sconto lavori per la realizzazione della macchina attuale, come spesso si usava fare.

L'attuale movimento è firmato e datato sulla ruota scappamento e quindi si può con certezza attribuire a Raffaello Nuti, artigiano pistoiese, anno 1865.

Il meccanismo è un semplice orologio a due treni, uno per il tempo e uno per la suoneria. La suoneria, come detto, è a 12 ore con ribotta dopo un minuto: ciò significa che i rintocchi delle campane venivano ripetuti dopo un minuto per dare modo a chi era distratto o aveva perso il conto di poter sapere che ore fossero.
La tipologia costruttiva è molto arcaica, con i tamburi ancora allineati, quando già da un secolo si ponevano affiancati. Questo ci fa pensare che il tale Nuti fosse un, seppur valente, artigiano che copiava lavori visti in giro per campanili e non un mastro orologiaio.

Come detto, l'orologio attuale è a 12 ore, secondo il metodo in uso ancora oggi e che è stato introdotto in Italia da Napoleone; certamente è stata decisa la sostituzione del precendente con l'occasione dei lavori che alla metà dell' 800 hanno riguardato l'ampliamento della chiesa in larghezza, a scapito del loggiato che correva lungo il lato sinistro e il rialzamento di un piano del campanile. Rispetto al precedente, l'attuale orologio è stato installato al piano superiore e dotato di due quadranti a due lati opposti del campanile. Pur essendo la torre interessata nuovamente da lavori di restauro ai primi dell'attuale millennio, col rifacimento di tutti i solai, il meccanismo non è stato spostato. E' stato demolito il sostegno di muratura, sono stati dispersi gli alberi di trasmissione, i pesi e il pendolo, la cui lunghezza originale era oltre 2 metri e insieme ai pesi sfruttava un foro nel solaio per il funzionamento. Infine, è andato perso anche l’armadietto di legno che lo racchiudeva. Le due lancette dei due quadranti sono presenti e fissate alle pareti ad indicare il mezzogiorno.

Nessuno ricorda di aver mai visto in funzione il segnatempo, ma solo la suoneria. L' ultimo temperatore, Paolo Serraglini, ancora tra noi, ricorda di aver svolto questo incarico fino ai primi anni '80 e prima di lui suo padre, e neppure quest'ultimo ha mai visto in movimento le sfere. Naturalmente era comunque caricato anche il treno del tempo, senza il quale non avrebbe funzionato la suoneria. L'autonomia di funzionamento data dalla discesa dei pesi nel piano inferiore era di circa un giorno. La ricarica veniva effettuata a mezzogiorno. Un paio di volte l' anno si effettuava una manutenzione ordinaria pulendo il movimento con nafta (!) e poi lubrificandolo con olio leggero steso con un pennellino. Due volte nella sua vita il temperatore ricorda la sostituzione delle funi. In questo restauro sono state nuovamente sostituite.

Il quadrante interno originale, a 6 ore, dove era installato l'orologio precendente (1570):

lo stato in una foto del 2000, prima dell'inizio dei lavori. Si noti l'agghiacciante ruota da lavatrice calettata sull'albero di carica della suoneria e il relativo motore elettrico, evidentemente installati per un qualche esperimento di ricarica automatizzata che per quel che se ne sa non ha mai avuto applicazione pratica:

Lo stato in cui è stato rinvenuto (2016):

Smontaggio per restauro:

I pezzi in fase di assemblaggio e i pesi (non originali):

La firma sulla ruota scappamento:

Una fase del riassemblaggio:

Riassemblaggio in loco e messa in funzione completati.