Oratorio SS. Trinità

ORATORIO SS.TRINITÁ

L’oratorio della SS. Trinità comunemente, conosciuta come Chiesa della Compagnia, è l’antica sede della Compagnia del Corpus Domini, una delle più importanti congregazioni religiose di Cerreto Guidi, conosciuta anche con il nome di Compagnia dei Rossi, per il colore delle loro cappe personali.

La data di edificazione può essere stabilita in attinenza ad una petizione dei confratelli della Compagnia, avanzata in data 8 marzo 1607, al granduca Ferdinando de’ Medici in seguito al crollo del manufatto preesistente in relazione ad una frana che aveva interessato una porzione di terreno a ridosso dell’antico nucleo edificato. Si può ritenere la costruzione dell’oratorio, sulle vestigia di un edificio abbandonato di proprietà medicea, in un periodo di poco successivo alla citata richiesta, in relazione anche agli affreschi delle quattro lunette, databili alla prima metà del XVII secolo. Nel 1615 la Compagnia, intesa come confraternita laicale, fu aggregata a quella dei Convalescenti Pellegrini di Roma. Il 5 agosto 1823 papa Pio VII elevò la Compagnia al titolo di Confraternita della SS.ma Trinità, da cui l’attuale nome dell’oratorio. Nel corso dei secoli registra una sola sostanziale modifica del manufatto con l’eliminazione del porticato antistante la facciata principale, adiacente alla strada pubblica, per ingrandire lo spazio interno.

Questa modifica è ancora percepibile nella zona d’ingresso, anche per la presenza di una contro-soffittatura con volta a padiglione. Dall’iscrizione decorata sopra la porta d’ingresso, sulla parete di controfacciata, recante la data del 1824 si può supporre l’eliminazione del porticato in un periodo antecedente, se non addirittura ritenere che i restauri a cui si riferisce questa memoria siano da identificare con l’ingrandimento dell’oratorio, in quell’occasione fu comunque completata la decorazione a fresco dell’interno e collocata sulla nuova facciata principale il portale in pietra serena con la sovrastante finestra campani-forme.

Le pareti dell’unica navata sono interamente decorate con ripartizioni architettoniche che incorniciano scene di diverso soggetto religioso. Si distinguono cinque lunette più antiche riferibili ad un artista toscano operante tra la fine del XVII e l’inizio del XVIII secolo, che appare influenzato dalla pittura fiorentina contemporanea con una matrice maggiormente accademica. Sulla parete dell’altare sono rappresentate le tre virtù teologali, sulla parete di sinistra nella prima lunetta San Michele che scaccia i demoni e nella successiva il sacrificio di Isacco. Sulla parete di destra abbiamo l’incoronazione della Vergine nella prima lunetta seguita dall’ultima cena. Le pitture nella zona dell’ampliamento sono databili intorno al terzi decennio del XIX secolo ed attribuibili al pittore Francesco Castiglioni. Nell’occasione fu dipinta la lunetta di controfacciata che rappresenta le quattro virtù cardinali, sulla parete a sinistra il miracolo di san Benedetto e su quella di destra la Samaritana al pozzo.

La Statua del Gesù Morto nella Chiesa della Compagnia

Il 27 maggio 1855, nel corso di una delle solite adunanze che si tenevano in Compagnia, due cittadini di Cerreto, Federigo Saccenti e Ubaldo Micheli, proposero di far eseguire da valente artefice un simulacro esprimente il Gesù Morto per sostituirlo a quello attualmente esistente di materia fragile.

Il Consiglio approvò la proposta e la sua realizzazione fu affidata allo scultore Raffaele Giuntini di Lucca.

Il 31 Marzo 1857 l’opera era già pronta e quindi per ritirala partirono da Cerreto verso Lucca don Giuseppe Mannini Cappellano a Cerreto, don Agostino Magnoni proposto di Corliano , Federico Saccenti e Domenico Micheli che aveva sostituito il padre Ubaldo e Pasquale Maccanti che si era proposto di trasportarla gratuitamente.

Le suddette persone, una volta di arrivate a Lucca, si fecero un preciso dovere di presentarsi all’arcivescovo Giulio Arrigoni per chiedere la benedizione della sacra immagine che fu eseguita a mezzogiorno della cappella del palazzo vescovile.

Allo scultore venne pagata la somma di sessanta monete e la statua riportata nello stesso giorno a Cerreto e collocata provvisoriamente nella chiesa di Santa Liberata in attesa dell’imminente Venerdì Santo del 10 aprile 1857 in cui fu fatta una solenne processione con grande concorso di popolo, con diciotto Sacerdoti in Pianeta, otto in Tonacella, Chierici in Cotta, e dietro la statua novanta torce .
……..e uno stuolo di persone in processione ed ai margini della strada, con tutto il paese illuminato.

Questo giorno resterà in eterna memoria per i posteri e i Cerretesi, animati dal buon esito, potranno essere più devoti e impegnati a proseguire nel corso degli anni questa sacra e devota funzione, tanto lodata e desiderata dai popoli delle terre circostanti che partiti con tanta soddisfazione hanno divulgato i loro elogi per cui possono ripromettersi un immenso concorso per il tempo avvenire.
Tutto ciò viene registrato per memoria della nostra venerabile Arciconfraternita che conserva questo prezioso e sacro deposito per il bene e vantaggio di tutti giacchè l’ill.mo e rev.mo monsignor Vescovo nostro concede la benigna indulgenza di quaranta giorni a che visiterà la Sacra Immagine con la recita di un Pater et Ava Maria.

Si conserverà pure in un tubo l a testimonianza dell’ill.mo e rev.mo monsignor Arrigoni vescovo di Lucca benedicente ed il rescritto della sua indulgenza

Nell’anno 1954 in occasione dell’ “Anno Mariano” è stata ordinata una nuova statua in legno della Madonna.

Con la domenica 9 maggio ha avuto inizio la “Pellegrinatio Mariae”.
Dopo le funzioni e la solenne benedizione della nuova Statua si è svolta la Processione con la Madonna fino a raggiungere la casa di Puccioni Alfredo a “La Capra”.
Sono proseguite per tutta l’estate e l’autunno le processioni che hanno portato la Madonna di casa in casa fino al 26 novembre quando la Madonna è stata accompagnata in processione al Capannone delle Fiascaie in via Catola. Il giorno successivo mons. Felice Beccaro Vescovo nostro con una solenne cerimonia ha proceduto alla benedizione della Corona, dono delle Fiascaie, e all’incoronazione della Madonna.
Dopo una sosta nella Chiesa della Misericordia l’8 dicembre la Statua della Madonna è stata accompagnata nella Chiesa della Compagnia dove è tutt’oggi costudita.
Nell’anno 1999 durante il mese di maggio è stata ripresa la consuetudine di portare la Madonna presso una famiglia nelle 4 contrade del paese dove ogni sera viene recitato il Santo Rosario.

Passignano

Domenico Cresti detto il Passignano
(Passignano, Firenze 1559 Firenze 1638)

San Gregorio papa che comunica una donna incredula

1587
tavola, cm 142x 208
firmato in basso: OP. DOM. PASSIGNANI PICTORIS.

L’iscrizione venuta alla luce durante il recente restauro ha fi¬nalmente fugato ogni dubbio sulla paternità dell'opera, va¬riamente attribuita in passato a pittori dell'ambiente fioren¬tino di fine Cinquecento. Lo stemma, tornato anch'esso alla luce dopo la pulitura, presenta un leone rampante con un ra¬moscello d’ulivo nella zampa ed è raffigurato anche sui due plinti dell’altar maggiore, dove il dipinto è stato ricollocato dopo il restauro.

Il Miracolo Eucaristico si verificò a Roma nel 595 durante la celebrazione della Santa Messa presieduta dal Papa San Gregorio Magno.
Al momento di ricevere la Santa Comunione una nobildonna romana cominciò a ridere perché assalita dai dubbi circa la verità della presenza reale di Cristo nel pane e nel vino consacrati.
Il papa allora, turbato dalla sua incredulità decise di non comunicarla e subito le specie del pane e del vino si mutarono in carne e sangue.
La reliquia di questo Miracolo Eucaristico si conserva ad Andechs, in Germania